Alla fine ci siamo davvero andati, a Hollywood.
Siamo stati anche in un sacco di altri posti, macinando una roba come 4200 km in due settimane. Come sempre ho messo online la classica paginetta coi dettagli del viaggio e un album con le solite foto brutte (sto giro ancora più brutte perchè credo la mia macchina abbia un problema di autofocus).
Quello che mi andava di scrivere qui sopra però riguarda più il fatto che la California è grossomodo da vent’anni la mia personale Terra Promessa. Ci sono cresciuto io, idealizzando la west coast. Tutto ciò a cui tendevo, l’immaginario con cui ho vissuto la mia adolescenza e post adolescenza arriva da lì e poterci finalmente andare, seppur con colpevolissimo ritardo, per me è stata una roba importante e ovviamente carichissima di aspettative.
La cosa che più mi spaventava era che finirci a 35 anni da padre di famiglia mi facesse sentire vecchissimo o comunque fuori contesto.
L’ultimo giorno me ne stavo in bici sul lungomare che collega Venice a Santa Monica, Giorgio nel seggiolino dietro di me. Il sole, le palme, l’oceano. Ad un certo punto arrivo ad uno skate park, così mi fermo. In rampa tra gli altri c’è un ragazzino che stimo sui sei anni. Ovviamente alterna salti assurdi a cadute clamorose e un po’ tutti lì intorno tifano durissimo per lui, soprattutto due signori sulla quarantina. Un uomo e una donna che gli danno il cinque e gli scattano tonnellate di foto.
Vedo questa scena e non posso che pensare la California sia una figata anche quando hai quarant’anni e dei figli.
E’ stupido vero?
Temo di sì, ma penso anche chissenefrega.
Ho visto posti bellissimi, ma alla fine il cuore l’ho lasciato a San Diego, che non saprei descrivere se non come la città dello stare bene. E a me piace stare bene.
Mi piace da morire.
Ci sono persone che ci hanno seguiti durante il viaggio grazie all’hashtag del titolo. Tantissimi cuori per voi.
Ancora più cuori ai Galmotz per il supporto tecnico e logistico impagabile.
Record di cuori alla Polly che mi ha permesso di realizzare il sogno di una vita.
“…living in the perfect weather, spending time inside together
Hey, here’s to you, California…”
Mi dispiace che nel tuo viaggio hai rinunciato alla Bay Area (più Point Reyes e Big Sur), ma è anche vero che fanno meno parte del tuo background (a occhio emocore) rispetto al mio (psichedelica appalla). Io invece rinunciai a Canyon e Monument Valley.
Ancora più della California, il mio viaggio USA da sogno è stato attraversare gli States da Chicago a New Orleans e ritorno, passando dal Kentucky, Tennessee, Alabama, Delta. Se ti capita te lo consiglio. Ci sono meno meraviglie naturali rispetto alla California, ma ti lascia di più a livello culturale.
Ciao!
Il viaggio di cui parli deve essere molto bello, ma come tu stesso/a sottolinei il background culturale ha giocato un peso unico in questa circostanza.
Non riesco a fare un esempio concreto, ma per certi versi è davvero come chi ha vissuto col mito di una terra promessa o dell’eden. Non sarà perfetto come lo era nella tua testa (non può esserlo mai, ma nel mio caso i difetti non sono da poco), eppure quando ci arrivi e vedi che per le cose belle corrisponde con l’immaginario che avevi allora ti si apre il cuore.
A me è successo così.
Grazie del commento, btw. ;)