Nel post precedente accennavo al fatto che in questo inizio di 2015 sono usciti due dischi che aspettavo con impazienza. Il secondo si chiama “Da qui si vede tutto”, è il primo lavoro lungo dei Cabrera e ne parlo da qui in avanti.
Il mio rapporto con questo disco non è iniziato benissimo. Ero in America e quando è uscito un amico mi ha girato il link con i pezzi su soundcloud. Non chiedetemi perchè, non ne ho idea, ma sentendolo in streaming aveva i suoni tremendamente vuoti e scarichi. Ci sono rimasto abbastanza male, devo ammetterlo. Per come sono fatto io, se i pezzi non vengono registrati in un modo che mi soddisfi è come si creasse una barriera tra me e la musica. Possono essere i pezzi più belli del mondo, ma difficilmente riuscirò a superare quello scoglio e farmici tirare dentro. Grosso limite il mio, specie in un momento storico in cui nessuno o quasi registra più i dischi con un suono giusto, ma di questo magari riparlo dopo. Sta di fatto che a metà tra il mortificato e il deluso ho scritto ai ragazzi e gli ho detto che non mi piaceva come suonava il loro primo disco. Sono un brutta persona. Tuttavia mi sembrava giusto dirlo prima a loro, invece di scriverlo da qualche parte su internet. Sono anche anziano, evidentemente. Il motivo per cui premetto tutto questo è semplicemente per ufficializzare che, lo scrivo grande e chiaro,
AVEVO DETTO UNA CAZZATA.
Scaricando il disco da bandcamp e ascoltandolo di nuovo su un supporto diverso, suona immensamente meglio (NdM: per il download ho scritto “0 euro”, ma solo perchè comprerò il disco che, mare di cuori, esce in CD.). Come dicevo qualche riga fa, la produzione ed il mix hanno comunque quel sapore un po’ da “finta cantinetta” che adesso funziona un mucchio soprattutto qui da noi e che non capirò mai fino in fondo. Mi rendo conto che pro-tools negli ultimi anni abbia consegnato alla storia badilate di album indistinguibili e con la personalità di un cestino dell’umido, eppure, uccidetemi, a me i suoni puliti, precisi, asettici in un disco piacciono. Specie quando si parla di atmosfere dilatate, arpeggi, climax, esplosioni e tutte quelle belle cosine che offre, ad esempio, un certo post-rock.
Ho rotto il cazzo eh? Sì, penso anche io.
E’ tempo di parlare dei pezzi che stanno dentro questo “Da qui si vede tutto”. Sono dieci e sono tutti fighi, con punte che arrivano davvero in alto come nel caso di “Automobilisti della Domenica”, “Dirupo” o “Una Parola”. In realtà quasi tutti i pezzi sono ben più che fighi, a pensarci su. Rispetto all’EP “Nessun Rimorso” (che a me era piaciuto un bel po’ e che contiene in ogni caso un paio dei loro pezzi che preferisco) la differenza che viene fuori di più in termini stilistici è l’uso delle voci. Non ho letto moltissimo in giro a tema Cabrera, ma uno dei pochi pezzi tirava in mezzo un parallelismo con il cantante degli Old Gray. Non so. Io ho riferimenti molto più ristretti e quando ascolto il modo in cui Francesco gratta la sua voce in questo lavoro penso ad esempio ai Lantern, non per il timbro o per lo stile, ma per lo scopo. E anche il pezzo recitato in mezzo a “Costellazioni” mi fa pensare più ai connazionali che non oltre oceano. Credo il mio cervello processi la lingua del cantato come primo parametro per sviluppare i riferimenti. Nel cantato pulito, per dire, se dovessi trovare un paragone esemplificativo direi Francesco Renga. Davvero. Quel “Cade la pioggia e cadi anche tu” per me è Renga al 100% ed è un complimento. Credo.
Le voci sono la parte del disco studiata meglio, secondo me. Sono varie, si sovrappongono bene e coprono davvero tanti stili diversi che nel complesso rendono il tutto più vario e se vogliamo complesso.
E’ un disco derivativo? Sì, smaccatamente. Secondo me ci si sono proprio impegnati ad infilarci tutto quello che a loro piace, ma l’amalgama è perfetta ed è tutto sommato abbastanza personale, riconoscibile se vogliamo. Ascolti “Da qui si vede tutto” e non pensi immediatamente ai FBYC, per esempio.
Detto tutto? Credo di sì.
Qualche annotazione.
In questi mesi sono in giro a suonare, verranno a Milano il 27 Marzo e io ci andrò. Dal vivo mi è capitato di vederli mesi fa e son bravi, quindi fossi in voi ci fare un salto.
Il disco esce in formato CD. Lo ripeto perchè è una cosa bella.
Ah, quasi dimenticavo, su bandcamp lo si può ascoltare, scaricare e acquistare.
Se fosse uscito per, che ne so, To Lose La Track (respect) oggi 4/5 dei miei contatti in internet ne scriverebbero con una mano sulla tastiera e l’altra nelle mutande, ma ci sta. Io spero che il disco giri e che la gente lo ascolti, perchè è buono e loro sono dei bravi figlioli.