A una settimana dalla chiusura dello show, mi pare giusto e doveroso scrivere qualcosa su questa serie TV che, come spesso accade al sottoscritto, mi sono ritrovato a recuperare in fretta e furia dopo un abbandono decisamente troppo prematuro. Capitò la stessa cosa con Lost e Fringe, per dire, quindi ormai si potrebbe concludere che il mio bocciare una serie agli esordi sia sinonimo della sua qualità.
Perchè sì, Breaking Bad è veramente un grandissimo show.
Partiamo però dal principio. Io avevo mollato la serie all’episodio 4 della prima stagione essenzialmente per due motivi: 1) la serie mi prendeva veramente molto male. Tutta la parte sul cancro, il dramma di Walt e della sua famiglia, mi risultava poco digeribile per un qualcosa da cui cerco, essenzialmente, intrattenimento 2) avevo trovato alcune scelte di regia e sceneggiatura eccessive, quasi caricaturali, e questa cosa non mi permetteva di godermi lo spettacolo. A differenza di altri casi citati in precedenza, oggi non mi sento di rinnegare queste valutazioni iniziali. Se il primo problema però si riaggiusta quasi subito e l’eccesso di dramma iniziale serva effettivamente a definire dei personaggi credibili per poi procedere nella narrazione dando per assodato o quasi quel concetto, il secondo aspetto negativo invece si trascina a lungo. Fino alla terza stagione, direi. Scene come quella delle visioni di Jesse in preda alla droga e personaggi come quello di Tuco sono cose che, per il mio palato, vanno oltre e sconfinano nel NO. Per questo, non fosse stato per una regia ed una fotografia sublimi e un plot veramente solido, avrei potuto mollare di nuovo anche in questo secondo tentativo di recupero. Fino alla terza stagione la serie mi è piaciucchiata senza eccessi e se ho continuato nella visione è solo per auto imposizione. Volevo avere un quadro completo di qualcosa che a tutti, davvero tutti, piaceva così tanto.
Con la terza stagione però i difetti scompaiono, almeno ai miei occhi, e la trama diventa un vortice da cui è impossibile staccarsi. La regia resta eccellente, ispirata e a tratti clamorosa. La fotografia rimane sublime. I personaggi, già egregiamente delineati, acquisiscono uno spessore enorme e diventano, in sostanza, il punto davvero forte dello show. Mai nessuna serie, a parer mio, ha avuto protagonisti così complessi, sfaccettati e ben caratterizzati. E con protagonisti non intendo solo Jesse e Walt, ma proprio tutti i personaggi ricorrenti nelle cinque stagioni. Skyler, Marie, Hank, Gus, Mike, Saul ma pure gente di contorno come Ted, Jane, gli amici di Jesse e i vari ingranaggi nel meccanismo criminale di Heisenberg risultano assolutamente credibili e mai monodimensionali. La cura per i personaggi vista in Breaking Bad credo sia unica e attualmente inarrivabile per qualsiasi altro show.
Detto dei personaggi, della regia e della fotografia, ci sono ancora due aspetti a rendere questa serie di altissimo livello. Il primo è la scelta musicale, cosa che nei tantissimi post/articoli/whatever che si trovano in giro per la rete e che tessono le lodi dello show non viene mai sottolineata a sufficienza. Breaking Bad ha una colonna sonora da paura, ma soprattutto azzecca sempre tutte le scelte. Non basta avere grandi pezzi a disposizione, bisogna saperli collocare e qui non si sbaglia un colpo. Mai. Potrei fare mille esempi, ma ne porto uno su tutti: [SPOILER] la conclusione [/SPOILER]. Per il sottoscritto siamo ai livelli del finale di Fight Club, come resa e impatto emotivo. E per il sottoscritto l’ultima scena di Fight Club è la miglior sequenza finale mai realizzata nella storia del cinema.
Il secondo aspetto di cui ancora è necessario parlare è il plot. Nel farlo potrei inserire qualche SPOILER. Breaking Bad ha una trama solida, ben concatenata, sviluppata dall’inizio alla fine con coerenza e senza buchi, facilonerie e deus ex machina. Anche sotto questo aspetto c’è stata una tale attenzione da parte degli sceneggiatori da dare al tutto una complessità notevole senza lasciare però nulla di intentato. Ogni riferimento è voluto, ogni questione spiegata, ogni linea narrativa portata a compimento con precisione. Poi le scelte possono come sempre piacere o meno, ma tutto torna e fila e questo è IMPORTANTE. Anche qui si potrebbero fare mille esempi, ma ne porto uno completamente ininfluente che però mi ha colpito molto. Gli autori infilano una discussione di minuti tra Jesse e Badger riguardo una pizzeria che sceglie di non tagliare le pizze e lo fanno per giustificare una scena, questa, completamente inutile. Questo è avere cura dei dettagli, siano questi cruciali o marginali. Inoltre, vedendo le cinque stagioni di Breaking Bad, non si ha mai l’impressione non fosse tutto stabilito dal principio. La lunghezza della serie, il numero degli episodi, lo svolgersi degli avvenimenti pare tutto andare come stabilito. Gli autori non danno mai l’impressione di voler allungare il brodo o di non sapere dove andare a parare. Tutto quel che fa parte di queste cinque stagioni è utile e ha un suo senso nella complessità dell’opera.
Ecco, per tutte queste ragioni Breaking Bad è una delle serie meglio pensate, realizzate e mandate in onda di sempre. Poi può piacere più o meno di altre, ma questo esula dal suo valore qualitativo. Io stesso le preferisco altri show, passati e presenti, ma nessuno di questi è fatto meglio. Nessuno.
Chiudo con un’ultima nota. Vedendo i vari episodi e le varie stagioni, credo Breaking Bad sia il prodotto filmico più vicino a Gran Theft Auto mai realizzato. Molte delle trame e delle avventure dei protagonisti potrebbero essere missioni di un qualsiasi episodio del gioco e molti dei personaggi della serie non sfigurerebbero nella saga videoludica della Rockstar. Per me questo è un ulteriore, enorme, valore aggiunto.
Alla fine ho scritto un post su Breaking Bad praticamente senza SPOILER (almeno mi sembra, prima di rileggere), quindi almeno in coda qualcosa la voglio dire. Per me non ci sarebbe potuto essere finale migliore. E’ vero, “Ozymandias” avrebbe potuto chiudere tutto senza che nessuno avesse da ridire e, anzi, resta uno degli episodi più belli di sempre. Più ancora del finale vero e proprio. Però, per come sono fatto io, “Felina” è stato la conclusione perfetta.