E’ un po’ di tempo che ho in mente di fare un post come quello che segue, ma per diversi motivi non ho mai trovato il tempo o la voglia per portarlo a termine. Ad essere onesti non garantisco di farcela nemmeno a sto giro, però quantomeno ho deciso di provare ad iniziare.
L’idea è fare un post con un po’ di video musicali che parlino di me.
Lo so, nulla di originale, anzi parto subito con l’ammettere che l’idea l’ho presa da qui. Il fatto che lo spunto arrivi da un post di metà Aprile da il quadro del fatto che a) è davvero un po’ che voglio scrivere un post come questo e b) ultimamente non sono propriamente il prototipo del blogger attivo aka blogger “comesidovrebbe”.
Ad ogni modo io tenterò di fare tutto in un unico post e di dare spazio a categorie più inconsuete. Insomma, qui sta per saltar fuori materiale buono soprattutto per coloro che intendessero avere armi da usare contro di me.
L’idea è anche di commentare con due righe ogni selezione, giusto per inquadrare la scelta.
Parto.
1 – Un pezzo dal primo CD comprato di propria iniziativa.
Vasco Rossi – Ridere di te (Fronte del Palco Live)
Ricordo che ero in piscina, facevo credo le elementari. Quarta, quinta elementare al massimo. Ero in vasca e continuavo a canticchiarmi nella testa questa canzone così la sera all’Euromercato di Carugate, mentre mia mamma faceva la spesa, le ho buttato nel carrello questo doppio CD. Fatta la cassetta, l’ho messa nel walkman e ce l’ho tenuta per tutta la restante parte delle elementari, insieme a “Greatest Hits II” dei Queen e “Hanno ucciso l’uomo Ragno”.
2 – Un pezzo figo di un genere che odio.
Dragonforce – Through the Fire and Flames
Che il metal mi faccia cagare non è un segreto ed è sempre bello ribadirlo, quindi il genere è presto scelto. Per il pezzo invece è stato più difficile. Questa canzone però funziona bene perchè racchiude in se molto di quello che odio del metallo e ciò nonostante secondo me spacca il culo. Ecco, un disco intero di sti qui non credo potrei sopportarlo, ma non è lì il punto.
3 – Un pezzo di un gruppo che non ammetterei di ascoltare neanche sotto tortura, ma che in realtà apprezzo.
Aiden – Last sunrise
Non c’è molto da dire a mia discolpa. Sono agghindati in maniera raccapricciante, si atteggiano in maniera raccapricciante, fanno testi raccapriccianti e suonano un pop-punk teenmodaiolo anch’esso raccapricciante. Eppure tre dei quattro dischi che hanno buttato fuori me li sono ascoltati alla follia, specialmente quello da cui è preso il pezzo in questione. Ecco cosa posso die a mia discolpa: “Conviction”, l’album che non mi piace, è ben peggio degli altri ed è realmente una merda.
4 – Un pezzo da una band che millanto di apprezzare.
Fugazi – Waiting room
Essendo tendenzialmente uno che se la mena, tendo a millantare. Facendo un rapido calcolo il gruppo simbolo di questi miei momenti sono i Fugazi. Pilastri del post-hc, pionieri dell’emocore e simboli del math-rock sono da sempre una di quelle band che se ti piace sei un figo e se non ti piace o non conosci sei uno sfigato. In questo post tutto sincerità ammetto di non essermeli mai cagati. Anzi ammetto di aver provato ad ascoltarli solo quando Tom Delonge li ha definiti come suo gruppo preferito in un’intervista e, dopo averlo fatto, di aver pensato che facessero cagare. Secondo me sono come “2001: Odissea nello spazio”, non piacciono a nessuno, ma tutti mentono per sentirsi belli, bravi ed intelligenti. Ovviamente sto scherzando.
5 – Un pezzo di una band che mi sta sul cazzo.
Afterhours – Non è per sempre
Non c’è gara, Agnelli mi sta in culo come poche altre persone sulla terra. Potrebbe perdere giusto contro una boyband composta da Seedrf, Gasparri, il Papa, Fede e Pavel Nedved, ma non esistendo una band del genere il premio è suo. Musicalmente poi gli Afterhours li ho sempre trovati ai limiti del fastidioso, con in più l’irritante aggravante di fare testi in italiano di cui non si capisce nulla. “Cut up” sto cazzo e vaffanculo all’alternativismo italiano da quattro soldi.
6 – Un pezzo da un genere che non mi capacito di aver ascoltato.
Ska-p – El gato Lopez
Ebbene sì, da giovane ho apprezzato tutto quel filone ska-punk che tanto spopolava. Nel tentativo di discolparmi posso dire che ero più propenso al filone “core” della faccenda, quindi ai vari Less then Jake, Mad Caddies, Kemuri e co., piuttosto che allo ska vero e proprio dei vari Vallanzaska, Matrioska, Porcamadoska e via dicendo. I Porcamadoska me li sono inventati, ma non dubiterei che esistano davvero. Ad ogni modo l’apice dell’incredulità oggi ce l’ho quando ripenso al fatto che, per un breve periodo, ho avuto in macchina un CD con 4 pezzi degli Ska-P. Oggi come oggi per me gli Ska-p sono il male sotto ogni punto di vista e non solo musicalmente parlando ed è per questo che tra i pezzi a disposizione sceglo forse il meno significativo, ma l’unico che posso accettare finisca linkato sul mio blog. Ah, lo ska ha battuto la dance anni ’90 in questa ambitissima categoria. Per chiarire un po’ il punto, insomma.
7 – Un pezzo da un disco preso a scatola chiusa e di cui mi sono innamorato.
Nofx – Falling in love (So long… and thanx for all the shoes)
Anche qui mi ricordo la scena. Vado alla Ricordi di Monza, sono in seconda liceo ed ho scoperto da poco i Nofx grazie alla cassetta di “Heavy Petting Zoo” datami non ricordo neanche più da chi, forse Ciccio. Parto quindi spedito verso lo scaffale “punk-alternative” intenzionato a comprare una copia di “Liberal Animation”, da me chiamato “Quello con le mucche”, perchè ne ero da sempre incuriosito e soprattutto per via delle mucche in copertina. Poi però vedo quello strano CD a tre colori su uno scaffale. Era da un po’ che consultavo la discofgrafia dei Nofx sugli scaffali dei vari negozi di dischi (internet cosa?) e quello lì proprio non mi tornava. lo tiro su, lo giro e vedo che è appena uscito. Penso: “Cazzo, ma se heavy petting zoo è nuovissimo. Mmmm, qualcosa non mi torna”. Con le mucche sempre lì a chiamarmi vengo colto dal terribile dubbio e, alla fine, dopo ore credo, decido per “So long”. Arrivo a casa e me lo sparo tutto a volume smodato con somma gioia dei miei genitori. A chiudere l’opera c’è la canzone sopra citata che, secondo me, è il capolavoro assoluto dei Nofx. Ogni volta che la sento mi da i brividi e mai una volta che la suonino ad un concerto cui sono presente. Probabilmente, se quel giorno avessi preso “Liberal animation” tutto sarebbe stato diverso nella mia vita. Il mio personalissimo “sliding doors”.
8 – Un pezzo da un disco preso a scatola chiusa che ho odiato.
The Ataris – Boys of Summer (So long, Astoria)
Nell’era multimediale fa un po’ ridere parlare di CD presi a scatola chiusa, ma io un po’ di volte l’ho fatto. Mi fa piacere pensare che ancora ci siano fan pronti ad andare in negozio a prendere il disco appena uscito per ascoltarlo con quell’ansia data dalla trepidante attesa. Vero che non ci sono più i negozi di dischi e vero anche che l’ascolto emozionato lo si può fare anche con gli mp3 freschi di download, ma a me piace pensarla così. Sta di fatto che il disco in questione andai a comprarlo una mattina del mio terzo anni di università, prima del corso pomeridiano di virologia. Sono andato da Mariposa con Lale e la Cristina e me lo sono portato in aula felice come un bambino. Lo aspettavo come fosse una nuova venuta del Messia, con lo stesso mix di rispetto e devozione. Alla prima traccia ricordo che mi sono chiesto: “Ma che cazzo di effetti alla voce hanno messo??”. Per me ha segnato la morte di una delle mie band preferite di sempre se non la preferita in assoluto. A rendere la cosa ancora più amara c’è la rimasterizzazione di “I won’t spend another night alone”, messa lì come ghost track più che altro a sottolineare l’inutilità di tutte le tracce suonate in precedenza.
9 – Un pezzo dal concerto che più di tutti non mi sarei voluto perdere.
Blink 182 @ University of Montreal- Josie
So che dovrei vergongarmi di questa scelta. So che ci sono milioni di gruppi che hanno fatto la storia della musica che dal vivo non ho mai visto come so che ci sono stati milioni di eventi musicali rivoluzionari a cui non ho partecipato, però non c’è un cazzo da fare: io rimpiango da sempre non aver visto i Blink del tour dopo l’uscita di “Dude ranch”. Prima del successo, prima delle nudità, con un Travis appena subentrato a Scott che ancora suona punk-rock invece di darsi le pose da punk e suonare R’n’B. Un tour dove suonavano “Josie” ed “Enthused”. Un tour dove suonavano. Cazzo. E poi oh, io a Woodstock probabilmente mi sarei rotto il cazzo.
10 – Un pezzo da un concerto cui sei andato per caso e che poi ti è piaciuto un sacco.
Fabrizio Coppola @ Casa 139 – La città che muore
Fabrizio è un figo. I suoi live acustici non sono da meno ed è così che l’ho scoperto, una sera. Ci sarebbero molti altri esempi da fare, ma questo è il più significativo perchè quella sera non sapevo nemmeno che qualcuno suonasse. Però gli ho preso il CD, come poi ho preso gli altri e come prenderò l’ultimo nonappena deciderà di finire di registrarlo. Ah, per la cronaca, Tutto questo succedeva molto prima che il trend acustico invadesse il mondo della musica. Perchè Fabrizio è avanti.
Alla fine è stata una cosa divertente, questa. Magari un giorno deciderò di rifarlo. Magari. E’ comunque stato un buon modo di tornare a scrivere dopo tanto, troppo tempo.