Qui a Colonia la gente è matta.
Oggi, primo giorno di Carnevale, ne ho avuto la riprova. Ad essere onesti oggi non è affatto il primo giorno del Carnevale, da queste parti, perchè qui tutto comincia in data 11-11 alle ore 11:11. Non chiedetemi perchè, ma è così. Quel giorno parte ufficialmente la stagione carnevalesca che si protrae, appunto, fino al propriamente detto Carnevale del rito romano, quando il tutto ha la sua conclusione con una maxi celebrazione che parte il Giovedì ed arriva fino al Martedì. Oggi quindi è il primo giorno della fine del Carnevale, per essere chiari e didascalici. Il fatto che qui ci sia un’intera stagione dedicata a questa festa prevede che, durante questo periodo, la gente sia legittimata a girare in maschera. Non deve, ma può. Questo vuol dire che tra Novembre e Febbraio non c’è da scandalizzarsi se si incontra un cowboy al supermarket o un batman in metropolitana. Può sembrare assurdo, ma per uno appena arrivato non è facile stare in coda in banca dietro un pirata pensando non solo che sia normale, ma che anzi non lo si dovrebbe nemmeno considerare bizzarro.
Questo è niente in confronto a quanto accade nella giornata del Giovedì grasso e, presumo, in quelle a seguire fino al Martedì successivo. In questi giorni infatti vestire un costume diventa un dovere da cui non ci si può esimere. Qualunque cosa si faccia. Non ho infatti ancora capito se questi giorni siano ufficialmente di festa o meno, sta di fatto che se si va al lavoro lo si deve fare in maschera. Non farlo sarebbe recarsi nudi in chiesa: tutti ti guarderebbero come fossi pazzo, alcuni si offenderebbero molto e tu finiresti per sentirti a disagio, discriminato e perfino in imbarazzo.
Io di certo così non mi ci volevo sentire, soprattutto in mezzo a persone con cui dovrò passare il prossimo anno.
Per questo, Sabato scorso, io e la Polly ci siamo recati in centro ed abbiamo provveduto ad acquistare due fantastici costumi. Il nostro desiderio era quello di trovare qualcosa “di coppia”, ma non avevamo alcuna idea di base. Almeno fino a quando il sottoscritto non si è innamorato di un costume da lupo, costringendo la Polly ad optare per l’unica cosa che ci si potesse abbinare, ovvero Cappuccetto Rosso. In realtà lei avrebbe potuto anche vestirsi da Dr. House, secondo me, ma sicuramente il legame tra i due costumi sarebbe stato meno evidente, a meno che lei non mi avesse indicato dicendo: “He’s not Lupus”. A quel punto chiunque avrebbe riso dibbrutto.
Questa mattina siamo andati al lavoro come ogni mattina, solo in tenuta carnevalesca. Sapevamo che nell’istituto ci sarebbe stata una colazione in maschera per tutti i ragazzi, quindi volevamo partecipare senza sfigurare. Appena arrivati tuttavia, ci siamo resi conto che prima di tale evento tutti avrebbero lavorato almeno un po’ e così, con il mio bel costumino da lupo, mi sono messo a pesare le poveri per fare le soluzioni. Diapositiva. Finalmente intorno alle 10.30 ci siamo riuniti in una sala comune adeguatamente apparecchiata ed è iniziato l’evento sociale, con tutti i partecipanti agghindati nei costumi più assurdi. Per fare un esempio c’era Casi, il ragazzo che ci fece visita in Italia nel 2008, vestito da cheerleader. E non era il peggio, posso garantire. Come ovvio accada da queste parti sono da subito iniziati a scorrere litri di birra, in modo da mettere a proprio agio anche i più scettici. Per chi non se la sentisse di bere la birra così presto la mattina, perlopiù ragazze, l’organizzazione ha anche pensato ad un’alternativa. Il prosecco. Ed è così che ho capito che ai tedeschi non la si fa, soprattutto quando decidono che si deve bere.
L’evento è andato avanti per un paio d’ore in cui la gente s’è ingurgitata di tutto, dal dolce al salato, in quantità inimmaginabili. Solo dopo sarei arrivato a definire lungimirante quella scelta, da me per altro sottoscritta nell’ignoranza, perchè da quel momento in poi nessuno avrebbe più ingerito nulla che non fosse liquido ed alcholico.
A qualche minuto da mezzogiorno era chiaro a tutti, capo compreso, che di lavorare oggi non ci sarebbe stato verso e così l’allegra combriccola si è riversata dapprima per strada e poi in un simpatico ed angusto locale della Colonia downtown. Se quanto stava accadendo in istituto era peculiare, quello che ho visto per le strade rasenta l’incredibile. Masse inverosimili di persone dai costumi più assurdi ballavano lungo le vie della città al ritmo della musica sparata qua e la da qualche locale, ma soprattutto al ritmo della tradizionale birra Kolsh spillata da sapienti baristi travestiti da amici. C’era di tutto, dai bambini agli anziani, dagli studenti, ai lavoratori, ai pensionati. Nessuno era al lavoro e la città era un’enorme spettacolare festa in maschera.
Siamo arrivati nel pub che sarà stata si e no la una, ma una volta dentro si aveva tutti la sensazione di essere ad un late night party. Gente ammassata, dancefloor con canzoni tipiche del posto in heavy rotation ed allegria collettiva e contagiosa. Siamo stati lì dentro fino alle cinque passate, senza la possibilità di mangiare nulla o di smettere di bere birra che ci veniva continuamente offerta da chiunque capitasse a tiro. Il meccanismo è facile: ognuno, quando prende la birra per se, la offre a chi gli sta vicino e nessuno tiene il conto di chi ha pagato o chi deve ancora farlo. Sembra assurdo, ma funziona, credo anche grazie al fatto che una birra qui costa due euro. Usciti dal locale alla centesima ripetizione dell’intramontabile hit “Viva Colonia” la situazione per la strada era già visibilmente degenerata. La festa continuava, ma già le prime teen agers iniziavano a cadere al suolo, letteralmente, sotto i colpi della birra. Particolare attenzione ha suscitato in me la biondina che si è sdraiata sulle rotaie del tram inciampando nello scendere dal marciapiede e che nessuno s’è guardato anche lontanamente dall’aiutare ad alzarsi. Sembrava carina.
Rientrati in laboratorio io e la Polly abbiamo deciso di preparare parte del lavoro da fare domani, vista e considerata la partenza in serata e gli orari tirati. Gli altri ovviamente si sarebbero invece riversati in qualche altro locale per finire la giornata in grande stile. Alle otto passate però, quando io e Paola siamo usciti per fare rotta verso casa, molti di loro erano ancora in istituto suscitando in me una riflessione che già avevo avuto modo di fare giorni fa e di cui prima o poi credo scriverò.
Non oggi però, perchè oggi è festa.
Concludendo posso dire che, pur non essendo stato a Rio, il delirio che pervade Colonia durante il Carnevale non teme rivali e rende questa festa uno dei main events dell’anno. Di conseguenza, sono molto lieto di averlo vissuto.
Fine.
Ah, quasi dimenticavo, ho prenotato il rientro per Pasqua e di conseguenza urge che venga organizzata una gita di Pasquetta coi controcazzi. Chi ha orecchie per intendere, ha orecchie per intendere.
Nota: aggiornata la sezione “letture”.