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“Non hai imparato dai tuoi errori, Riddle, vero?”
“Tu osi…”
“Sì oso” rispose Harry Potter
[…]
Ebbene sì.
Ci sono voluti sette lunghi libri, ma a pagina 678 dell’ultimo volume finalmente accade: a Harry Potter spunta il cazzo.
Di colpo, dal nulla, nel bel mezzo di una scenetta penosa a cui tutti abboccano perchè di livello troppo infimo per essere anche solo ipotizzata.
E’ questo l’avvenimento principale di tutta la saga, quelle tre righe traboccanti il testosterone che il piccolo maghetto ha saputo abilmente nascondere per sette anni.
Bastano quelle tre righe e di colpo quello che nella mente del lettore ha da sempre avuto le sembianze di un ragazzino rachitico, pallido e sfigato si trasforma in un Bruce Willis con canotta, sigaretta e bacchetta magica.
Non lo nego, le scene finali intrise di machismo mi gasano sempre una cifra.
Parlando più in generale, tuttavia, con la conclusione dell’ultimo capitolo della saga mi posso finalmente concedere una valutazione complessiva delle avventure di Hogwarts e quindi la sparo subito senza mezzi termini, per poi commentarla in seguito.
Le avventure di Harry Potter mi sono piaciute, tanto da consigliarne la lettura.
Visti i giudizi esposti qui sopra in precedenza potrebbe sembrare che questa valutazione trabocchi di ipocrisia, ma non è così.
Secondo me la trama della saga è molto bella, ma la stesura non è priva di difetti, anche grossi.
In primis è dannatamente prolissa. Ci sono pagine e pagine in cui non accade nulla, all’inizio libri interi. Questo aiuta non poco alla creazione dell’atmosfera, ma di contro spacca tremendamente i coglioni a, credo, gran parte dei lettori sopra i 10 anni. E’ vero che negli ultimi capitoli sapere a menadito come funzioni la “quotidianità” del mondo magico aiuta ad entrare nelle vicende ed il non dover spiegare o descrivere quasi più nulla aiuta il coinvolgimento nella lettura (e questo grazie alle esaustivissime descrizioni fatte in origine), però i primi libri sono veramente scogli difficili da superare.
Oltretutto, sempre nei primi libri, Harry è pervaso di un alone di infallibilità che annoia molto, se non addirittura irrita in certi episodi.
Sul finale invece la saga acquista corpo, velocità e fascino spostando i temi su un piano più “maturo” ed i libri volano, tra i sorrisi delle parentesi sentimental-teen e le lacrime per i caduti che non vorresti. Anche in quest’ambito si potrebbero fare degli appunti, su tutti la morte inutile (ai fini della narrazione) di Tonks e Lupin, fatti cadere in un momento di stanca senza nessun pathos, a differenza di Fred e Dobby a cui invece la Rowling dona una morte degna del loro ruolo.
Come ultima cosa mi preme sottolineare di aver sempre, SEMPRE, creduto che Piton fosse un figo.
Pr convincermi che fosse innocente, alla fine del sesto libro, avevo elaborato una teoria che sembrava assurda perfino a me e che poi si è rivelata l’esatta trama descritta dall’autrice. Per la prima volta ho indovinato tutto, ma proprio tutto, pagine e pagine prima che venisse svelato. Evidentemente, come a volte capita, lettore ed autore possono avere la stessa logica.
Ok, chiudo con un maxi pagellone di questi sette libri, elencando i momenti e i personaggi che secondo me, in bene o in male, compongono la spina dorsale di questa saga o che mi hanno particolarmente divertito.
Voto 10: Sanguini (HP e il Principe Mezzosangue, il vampiro invitato alla prima festa di Lumacorno). Una comparsata di circa 10 righe, non una parola proferita, ma sicuramente la scena più divertente di tutti i libri. Idolo.
Voto 9: Severus Piton. Come già detto, di gran lunga il mio personaggio preferito. Il vero protagonista della storia. L’unico che anche nei primi romanzi prova a rompere l’idea che a Potter tutto sia concesso. Pilastro.
Voto 8: Dobby (L’elfo domestico). La morte di Dobby è il momento che più mi ha commosso e la tomba con l’epitaffio “Qui giace un elfo libero” è tremendamente hardcore. Respect.
Voto 7: Neville in cocaina (HP e i doni della morte). Evidentemente la sua passione per l’erbologia lo ha condotto a scoprire sostanze dopanti perchè nell’ultimo libro si trasforma in una specie di Rambo sbalordendo tutti, in primis sua nonna. Speravo fosse lui ad ammazzare Bellatrix, invece della signora Wesley, ma l’aver abbattuto Nagini è comunque un bel colpo. Poteva essere il protagonista di una nuova saga ed il primo libro sarebbe stato Nevil Paciock e il Giro d’Italia. In botta.
Voto 6: Hogwarts. La scuola di magia è stata creata veramente bene, ricchissima di dettagli che hanno fatto di questa saga il successo che è. Dopo sette libri, per me è come esserci stato ed averla vista. Perfetta.
Voto 5: Ron ed Hermione. Avrebbero dovuto limonare prima. Babbi.
Voto 4: il Quiddich. I capitoli dedicati a questo sport sono i più noiosi, prevedibili ed insulsi di tutti i libri. Se ne sarebbe potuto fare benissimo a meno, non fosse che l’idea di uno sport “ufficiale” dei college per soli maghi fa molto ambientazione. Superfluo.
Voto 3: Cho Chang. Non mi dilungherò molto. Scassacazzo.
Voto 2: la morte di Sirius Black (HP e l’Ordine della Fenicie). A me Sirius piaceva e farlo morire così, come un cazzone, non è stato un bel gesto. Freddato da Bellatrix dopo che le aveva urlato: “Tutto qui? Prova a fare di meglio!”. Mi è sembrato lo sciabolatore alle prese con Indiana Jones e non si meritava una morte del genere. Irrispettosa.
Voto 1: i Mangiamorte. Un branco così folto di idioti credo farei fatica anche io a metterlo assieme. E di idioti io ne conosco tanti. In questo putiferio di cazzoni spiccano per brillantezza i Malfoy, ovviamente. Voldemort non era certo un genio, ma alla fine perde per l’idiozia di Narcissa che, con la scuola caduta ai piedi del suo signore, decide di sperare che un cadavere gli risponda invece di andare da sola a controllare le sorti del figlio, da cui ha evidentemente preso molto. Cottolengo.
Voto 0: la coppia Voldemort-Harry Potter. Lui è l’eroe più babbo di tutti i tempi e Riddle, beh, è riuscito nell’ardua impresa di farcisi sconfiggere, abboccando ad una scenetta che nemmeno all’oratorio feriale se ne vedono di così mal ideate. Si son decisamente trovati. Senza di loro, ma con due sostituti anche solo normali, i libri sarebbero stati molto meglio. Inutili.
Ok, direi che è tutto.
Forse no, forse se non fossero quasi le due del mattino avrei altro da dire in merito, ma adesso proprio non me la sento.
Chiudo però con una considerazione: alla fine di una saga non è come alla fine di un libro. Dopo aver letto diversi volumi a cui sai ne sarebbero seguiti altri, l’idea di non avere mai più a che fare con i maghi di Hogwarts mi mette un po’ di tristezza e nostalgia.
Mi ero affezionato e mi ero abituato alle loro avventure.
O forse sono solo uno che, ogni tanto, ha bisogno di sentirsi malinconico.