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Febbraio 2007

Google Hit List [Febbraio 2007]

Questo mese la classifica non ho voglia di commentarla, ma è particolarmente divertente.

1 – sofranelli
2 – pensielo cinese
3 – vezza 1280×1024
4 – lista delle strade più importanti del del kentucky
5 – il toreador di brugherio
6 – gesù dice che merito hai se curi il sano
7 – come fare una bella ricostruzione unghie
8 – canzone piu ascoltata in radio in polonia settembre 2006
9 – aggettivo qualificativo spento
10 – significato selia

Propositi Vs. Tempo Vs. Sonno

Paradossalmente, adesso che mi sono laureato, mi sembra di essere più impegnato di prima. In realtà credo che tutto sia dovuto al fatto che avrei voluto fare settecentomila cose diverse dopo la laurea ed invece non ne sto facendo pressochè nessuna. Dovrei decidermi a risistemare le serie TV che ho sull’hard disk e fare dei DVD, dovrei finire di catalogare un po’ di CD che ho scaricato, dovrei decidermi a sistemare questo sito aggiungendo qualche area in più ed imparando ad utilizzare flash, dovrei mettermi a riordinare tutte le foto che ho sul PC e farne stampare alcune, dovrei trovare un soggetto definitivo per il tatuaggio, dovrei mantenere l’impegno che ho preso con me stesso per leggere un po’ di libri. Ci sono insomma molte cose che dovrei e vorrei fare, ma a tutte queste sto preferendo costantemente il sonno.
Inizio a capire perchè tutti dopo la laurea hanno staccato la spina almeno per un po’.
Sono stanco.
Per una volta però lo sono proprio a livello fisico, non mentale.
Ciò nonostante mi sento leggero.
L’unica cosa che mi sarebbe piaciuto fare e che sono relamente riuscito a mettere in atto è una collaborazione con la webzine Emotional Breakdown. Ho scritto per loro una recensione al live dei Brand New e adesso mi hanno incaricato di preparare un’intervista e realizzarla.
Non sarà facile, dovendo io convincere il gruppo e l’etichetta a rilasciarla, tuttavia è una prova stimolante.
Devo solo trovare un/a volontario/a per revisionare i miei scritti in inglese.
La copertina del Best Of degli Atreyu è splendida.

A Dio

Dio.
Quanto segue non credo sia categorizzabile come una preghiera, poichè non ho intenzione di chiederti alcun favore. La intenderei più come una sorta di lettera aperta contenente tutto ciò di cui con te vorrei poter discutere. Per onestà devo ammettere di non essere particolarmente convinto della tua esistenza per come questa viene intesa qui dalle mie parti, ma non credo nemmeno di poter escludere che qualcosa di umanamente incomprensibile stia alla base di tutto quanto non posso e non riesco a spiegarmi. La mia gente quel qualcosa tende a chiamarlo Dio e quindi, per non generare confusione, mi atterrò al costume e farò altrettanto.
Se anche tu dovessi esistere però, non ho certo la presunzione di essere per te più importante di un pesce, di una stella, di un altro universo o del nulla cosmico e quindi non ho molta speranza che tu possa occuparti di quanto sto scrivendo. Questa cosa lascia un po’ di amaro in bocca ad uno che, in fin dei conti, ti ha dedicato la prima metà della sua vita, ma capisco anche che, non essendo stato certo tu a chiedermelo, la mia amarezza non ti sia imputabile. Sempre per essere onesti non è che sia mai stato particolarmente attratto dall’idea di glorificarti.
Sono uno dei tanti che ti hanno venerato per paura delle conseguenze che sarebbero potute scaturire dal non farlo. A differenza di molti che l’hanno fatto e che continuano a farlo giorno dopo giorno per tutta la vita, mi sono unicamente sentito di ammettere questa mia debolezza. A pensarci bene anche per te non dev’essere molto piacevole essere seguito non per quanto hai regalato agli uomini, ma per il timore che in loro incuti. A parti invertite sarei abbastanza frustrato da questa cosa, ma la mia mente non è certo fatta per ragionare come la tua e quindi credo sia normale non vederla nello stesso modo. Inoltre c’è da ammettere che esistono molte persone che ti venerano come meriti e lo fanno solo ed esclusivamente per renderti grazie, il problema tuttavia è che la quasi totalità di quanti sulla terra dicono di parlare a tuo nome non rientra in quest’ultima categoria.
Questa è la ragione che più di tutto mi porta a pensare che, se anche esisti, non ti curi minimamente di noi.
Per quanto tu agisca in modi misteriosi è difficile credere che lasceresti correre il mercimonio continuo che si fa di quanto viene spacciato come tua volontà. Da sempre nel tuo nome l’uomo si è scontrato coi propri simili, rivendicando maggiori diritti dei suoi fratelli solo in virtù del nome diverso con cui ti chiamava. Sai meglio di me che questo è abbastanza assurdo, ma se volgessi lo sguardo da queste parti ti accorgeresti di quanto sia ovvia solo a pochi l’incongruenza di un discorso del genere.
Io sono nato in una regione del mondo a maggioranza cattolica, una delle tante e diverse fedi che volgono lo sguardo a te nel tentativo di risposte che fortunatamente non avranno mai. Fin dai tempi del catechismo mi è stato insegnato come i primi seguaci di Gesù venivano emarginati, disprezzati e perseguitati dai romani perchè ritenuti eretici. Com’è possibile che gente che nella sua storia ha provato l’emarginazione sociale, il disprezzo e la sofferenza ingiustificata si impegni tanto a far passare ad altri queste stesse insopportabili pene? Nessuno che abbia provato sulla sua pelle un simile dolore sarebbe capace di causarlo ad altri. Nessuno che agisca facendo il proprio volere.
In nome tuo invece ogni nefandezza diventa giustificabile e tristemente ben accetta fino a permeare la cultura di un popolo e diventare legge, dovere, tradizione. Delle tre forse quest’ultima parola è la più abominevole visto che ogni volta che vi si viene meno il mondo grida allo scandalo dimenticando che è grazie al superamento delle tradizioni che l’uomo sopravvissuto per più di duemila anni.
Prima ti ho parlato di Gesù e credo sia giusto dirti di chi si tratta: da noi si dice che è tuo figlio. Mi spiego meglio, non tuo figlio come lo siamo tutti, ma inteso come parte di te discesa sulla terra a guidarci. Superiamo per un momento l’inconsistenza di tutta questa teoria e passiamo alla cosa che più di tutto questo mi interessa chiederti. Gesù è stato indubbiamente un grande uomo. Molto di quello che ha detto è indiscutibilmente da fare proprio perchè racchiude un messaggio di speranza, forza, lealtà, amore, pace e libertà fuori dal comune. La storia ci ha tuttavia regalato anche elementi come Hitler e Stalin, per fare altri due esempi, di cui si può dire esattamente l’opposto.
Ora vorrei mi spiegassi perchè tutto ciò che nasce di buono è tuo volere e tutto ciò che invece fa schifo è impurità della natura umana. Lo so, nemmeno tu hai una risposta a questo perchè non sei certo tu ad aver messo in giro questa credenza inconcepibile, ma ancora una volta allora vorrei capire perchè c’è gente al mondo che continua a permettersi di dire qualunque scempiaggine nel tuo nome senza che tu faccia nulla per prendere le distanze.
Se permetti in quest’ottica mi sento legittimato a credere che tu di noi semplicemente te ne disinteressi.
La prova del nove comunque credo la si avrà in questi anni. Se ti è capitato di guardare quaggiù ultimamente avrai visto che siamo arrivati alla frutta. Ormai a fare le tue veci in due delle più grandi religioni al mondo ci sono solo pazzi scatenati. Può essere credibile sostenere che tu hai creato una persona perchè questa si distrugga e distrugga con se una moltitudine di altre tue creazioni? La contraddizione in termini che sta dietro a questa filosofia è palese eppure esistono svariate guerre sante combattute unicamente con i kamikaze di Allah.
E vogliamo parlare di quanto ultimamente esce dalla bocca di colui che si proclama erede di Pietro e afferma di parlare da te ispirato? L’ultima in ordine temporale intima all’uomo di “non fare leggi che soverchino l’ordine naturale” inteso come tua volontà. Ora, se veramente togliessimo le leggi e vivessimo allo stato di natura, chi potrebbe mai credere che l’uomo sarebbe monogamo e che si abbasserebbe ad atti sessuali unicamente volti alla riproduzione? Nessuno. Se così fosse torneremmo tutti a prenderci le donne con la forza, a prendercene tante e a prendercele tra loro molto diverse per generare numerosissime discendenze e fortificare la specie.
Perchè se veramente ci hai creati, è così che ci hai creati. E allora perchè un vecchio visionario, ottuso e particolarmente poco propenso al ragionamento dovrebbe convincerci che invece la tua volontà è che noi ci si comporti come lui vorrebbe facessimo? A mio avviso, oltre all’ingerenza, ci vedo un problema di protagonismo piuttosto grave. Se mi permetti, con i rappresentanti di cui sei attualmente fornito, avere ancora gente che crede in te veramente (escludo quindi i timorosi di repressione di cui ho parlato all’inizio) è già un grande risultato.
Personalmente però io non me la sento proprio di stare sulla stessa barca di tutte queste persone e preferisco continuare a prenderne le distanze con decisione. Per la proprietà transitiva quindi mi tocca prendere le distanze anche da te, non per quello che sei o potresti essere, ma per quello che ormai rappresenti per i miei simili: un mezzo tramite il quale poter dare sfogo alle proprie frustrazioni ed intolleranze sentendosi giustificati e ricevendo persino cori di approvazione.
Come dicevo all’inizio preferisco credere che tu non esista, perchè è meglio essere frutto del caso piuttosto che figlio di un padre sadico o, ancor peggio, menefreghista.
Ti starai chiedendo: “Perchè se non crede che io esista mi ha scritto questa lettera?”.
Semplice, perchè scrivere queste cose mi ha fatto pensare.
Oltretutto è vero che ho scritto di non avere certo la presunzione che tu potessi ascoltarmi, ma ho la forte presunzione che altri possano ascoltarmi e magari fermarsi un momento a riflettere su quanto ho scritto. Se ciò avvenisse sarebbe anche meglio perchè almeno tutto questo avrebbe avuto un senso.
In fede, rigorosamente propria.

Giuseppe Mancuso

Ringraziamenti

Eccomi qui.
Finalmente è giunto il momento più atteso di questi lunghi anni di vita universitaria: la stesura dei ringraziamenti.
Non si contano le volte in cui mi sono sorpreso a pensarci, fantasticando sulla maniera più malinconicamente dolce per dar forma a questa pagina. D’altra parte, c’è forse momento migliore per dare sfogo alla mia natura “emo”?
Non credo, quindi è bene incominciare.
Il primo ringraziamento va senza ombra di dubbio ai miei genitori. In realtà ci sono molti motivi per cui varrebbe la pena dir loro grazie, ma sicuramente in questo contesto il loro merito più grande è l’aver creduto in me quando anche io stentavo a farlo. Non sono stati anni facili, quelli dell’università, e sapere che qualcuno vicino a me pensava sul serio che alla fine ce l’avrei fatta è stato fondamentale. Se oggi quindi sono qui è innanzi tutto grazie a loro e questa è una buona occasione per farglielo sapere, visto che di persona non credo di averlo mai fatto.
L’altra persona a cui devo molto di tutto questo è indubbiamente la professoressa Elena Rugarli. Oltre ad avermi insegnato molto dal punto di vista professionale, lavorare con lei ha risvegliato in me la passione per il mondo della ricerca scientifica, passione che era andata via via scemando negli ultimi anni. Ringrazio Elena quindi di avermi dato questa grande possibilità, ma anche di avermi fatto sentire apprezzato per il lavoro svolto. Quest’ultima per me è stata la vera soddisfazione.
Nell’olimpo dei ringraziamenti non può infine mancare la Bri. Due anni e mezzo di vita insieme non sono poco, soprattutto se si tratta di anni in cui vivere con me dev’essere stato tutt’altro che semplice. Eppure lei mi è stata vicina, sempre, e lo ha fatto come solo lei può e sa fare: con l’affetto di cui ho costantemente bisogno, ma senza mancare mai di dirmi le cose come stanno e non come io vorrei vederle. A lei va il ringraziamento per avermi fatto crescere giorno dopo giorno, cosa tutt’altro che facile per uno che di crescere non ha mai voluto sentir parlare. Grazie quindi per tutto quello che ha fatto e per quello che spero continuerà a fare per me.
Conclusa la parentesi sentimentale, è decisamente il caso di dare a Cesare quel che è di Cesare e quindi via con la roulette dei ringraziamenti più frivoli.
Se questi 16 mesi di tesi sono stati così belli è anche per merito delle splendide persone con cui ho condiviso pipette e puntali e da cui ho imparato tanto. Un grazie enorme quindi va a “mamma” Elena (Riano), che mi ha pazientemente seguito per tutto il percorso sopportando le mie innumerevoli domande e fornendo sempre loro delle risposte. Una sorta di Virgilio che mi ha guidato nel regno di Spastina, fornendo struffoli e torta caprese nelle pause pranzo. Insostituibile. Lo “Spastin Team” prosegue con Monica, altra ricercatrice determinata a sconfiggere i nemici Jappi a colpi di “prolungamenti”. Oltre che per la disponibilità dimostratami in ogni frangente, sento di doverla ringraziare soprattutto per l’aiuto incessante che mi fornisce nel martoriare Paola1. Già, Paola1, soprannominata ormai da tutti Signorina Rottenmeier per l’attitudine con cui affronta la vita lavorativa. Inizialmente non volevo ringraziarla per via dei continui furti di pennarelli che opera a mio discapito, ma ho deciso di sorvolare. In fin dei conti, senza la sua “premura” nell’insegnarmi l’estrazione dell’RNA col TRIzol probabilmente non avrei ottenuto i dati che ho scritto quindi un grazie lo devo anche a lei. Continuando il giro è arrivato il turno di Andrea, l’uomo della biochimica. La cosa di lui che più ammiro è la capacità che ha di spiegarmi e farmi capire anche meccanismi o metodiche che altrimenti per me resterebbero catalogate nella categoria “magie”.
Oltretutto, è fonte costante di gags senza le quali lavorare sarebbe senza dubbio molto più faticoso ed anche per questo merita di essere ringraziato. L’ultima arrivata nella famiglia è Paola2, che come me ha intrapreso la tesi di laurea nel laboratorio di Elena. A lei vanno sicuramente l’augurio di un esperienza come quella che ho potuto vivere io ed un grosso in bocca al lupo. Oltre ai colleghi stretti però, meritano un ringraziamento anche tutti i ragazzi dei laboratori del Besta in Bicocca ed Anna, che mi ha permesso di prendere i primi contatti con l’ambiente.
Conclusi i ringraziamenti nell’ambito lavorativo, il primo nome che è giusto compaia in questa pagina è Lale. Lei, leggendo, penserà che le stia dando un posto di così alto spicco per via di tutti gli appunti che mi ha passato, senza i quali non mi sarei mai potuto laureare. Non è così. Non è nemmeno per sdebitarmi di quella famosa grigliata a cui, per un disguido, non la invitai. No, se si merita cotanta risonanza è perché innumerevoli anni orsono mi passò “Blue Skies, Broken Hearts and next 12 exites” degli Ataris, CD senza il quale la mia vita oggi sarebbe diversa. Rock on, Lale, Rock on! Nell’ambito universitario tuttavia ci sono anche molti altri nomi che meritano di comparire in questa pagina. C’è Teo, con cui in tutti questi anni credo di non essere mai stato d’accordo su nulla eccezion fatta per l’indiscussa grandezza di Vitor Borba Ferreira. C’è la Simo, con il suo “O come Metallo” e le altre innumerevoli perle. Ci sono Andre e la Vale, che hanno percorso con me tutto il tragitto sin dagli esordi in Bicocca, ma che ho conosciuto veramente solo in questi ultimi anni. Come non citare poi Frants, la Ro’, Fragranza, Stefano “briscola chiamata”, la Lauretta, la Manu, Fabio, la Cri, Michele, Fili e Simone il pazzo? Impossibile.
Se sono tante le persone che ho avuto il piacere di incontrare negli anni dell’università, ancora di più sono quelle che sono entrate nella mia vita indipendentemente dal percorso che ho intrapreso e che hanno trovato il modo di restarci diventando per me realmente importanti. La pole position in questa lista va sicuramente ad Aui. Il motivo è semplice: c’è sempre stato, c’è e spero ci sarà sempre. Non serve aggiungere altro. A ruota troviamo Simo, il cui merito più grande è l’avermi fatto sfogare nei momenti duri facendosi ripetutamente schiaffeggiare alla playstation. Non che facesse apposta a prenderle, poverino, tuttavia lo ringrazio comunque. Come avrei fatto poi senza le chiacchierate ad orari improbabili nella macchina di Missa? E senza i “giri di ronda”? Non voglio nemmeno immaginare. E poi ci sono Massi e Bazzu, anche loro amici da tempo immemore, Peich e Orifizio, reduci del liceo Paolo Frisi come il sottoscritto, Robi, la Paola, Ciccio, Dani e la Vera, Zine, l’Ali, la Kla, Odri, la Ersaz, Tico e la Eli, Mozz, Moka, Carlo e la Sara, Aledoni, tutti gli amici da concerto e gli amici dei giochi di ruolo. Un monte di persone grazie alle quali vivere è stato più facile.
Senza dubbio avrò dimenticato qualcuno stilando questa lista e domani quando ormai il tutto sarà in stampa me ne renderò conto e dovrò scusarmi per giorni, quindi prendo tempo e chiedo scusa fin da ora. Non tutte le esclusioni sono però dovute a sviste, quindi prima di farmelo notare è bene che vi chiediate: “Si è dimenticato o non mi ha ringraziato di proposito?”.
Non male come strategia per limitare le rimostranze.
Per finire un bel grazie lo voglio dire a me perché alla fine dei conti, se mi sto laureando è anche perché tutte le volte in cui lo sconforto ha preso il sopravvento ho stretto i denti ed ho insistito, ripagando i miei stessi sforzi.
Credo di essermi meritato i miei stessi complimenti.
Bene, sono le 2.30 di Venerdì 2 Febbraio.
Alla fine scrivere queste righe ha richiesto più tempo del previsto, ma sono contento di averlo fatto.
Resta solo da adempiere ad una promessa: “ringrazio la mia mamma che mi ha fatto così funky”.
L’ho scritto.
Non posso crederci.

Terza consegna

Ho caricato la presentazione sul PC dell’università e ho ritirato le tesi dalla copisteria.
Neanche a dirlo, il copistaio le ha sbagliate, facendo due copie in bianco e nero.
Al momento ho quindi un’unica versione rilegata e corretta della tesi, che domani andrà in mano alla commissione e che al momento è trattata come una reliquia.
Sono contento.
Anche il previsto imprevisto dell’ultimo momento è arrivato senza fare troppi danni.
La copertina della mia tesi è di un’eleganza spaventosa.
Io domani lo sarò decisamente meno.

Il naufragar m’è dolce in questo mare

C’è una cosa che mi da abbastanza fastidio: stare a letto senza dormire.
Le lenzuola ed il cuscino si scaldano e l’aumento della loro temperatura risulta inversamente proporzionale alla voglia del sottoscritto di rimanere a loro stretto contatto.
Il primo approccio alla questione è tentare di costringersi a dormire, ma per quanto si possa essere stanchi, cedere al mondo dei sogni quando lo si vuole è cosa assai difficile. Al fastidio per le lenzuola roventi quindi si aggiunge anche il nervoso di chi non riesce nel proprio intento e così, in un attimo, la situazione precipita.
Solitamente, giunto a questo stadio, cerco aiuto nel palinsesto televisivo.
Solitamente questo tentativo si rivela controproducente.
In seconda serata infatti basta nulla per trovare programmi interessanti, capaci di tenere viva l’attenzione a discapito del sonno che nei propositi iniziali si sarebbe invece voluto coltivare.
Mi sono quindi guardato “Boondocks”, il nuovo cartone di MTV. Dai tre episodi che mi è capitato di vedere fino ad ora lo trovo semplicemente geniale.
Non contento, subito dopo, mi sono regalato anche “Mai Dire Grande Fratello” mettendomi nelle condizioni di dire definitivamente addio all’ipotesi di dormire entro breve. Come da copione infatti, a fine trasmissione ero sveglio ed arzillo come nemmeno dopo 12 ore di sonno. A nulla è valso il tentativo estremo di guardare “Porta a Porta”, tanto meno quello di cercare un sano programma porno su qualche emittente locale: ero sveglio e tutto lasciava pensare lo sarei stato per molto ancora.
A questo punto tanto valeva alzarsi e fare due chiacchiere col diario on-line.
Mi piace pensare che tornerò ad utilizzarlo in maniera decisa tra qualche giorno, che riprenderò a scriverci con costanza e con l’impegno di un tempo.
Percepisco in lui un legittimo senso di abbandono, o peggio, di mero utilizzo [auto]biografico.
Devo rimettermi in carreggiata se non voglio che la sua bellezza appassisca.
Intanto ad appassire credo di essere io, soprattutto a giudicare da quanto mi piace il singolo dei 30 Seconds to Mars. Tanto. Troppo.
D’altra parte il pezzo è poser all’ennesima potenza, forse sarebbe stato strano non mi fosse piaciuto.
Forse allora è segno che sto bene.
Se sto bene perchè non sto dormendo?
Per una volta credo sia per pura eccitazione.
La discussione della tesi, l’abbigliamento abbinato alle slides, New York, il concerto dei TBS oltre oceano, il tatuaggio da ideare, Baldur’s Gate II da finire, i libri da provare a leggere, il futuro.
Tutto sommato ne ho di cose a cui pensare e forse dormire sarebbe tempo perso.
So di farla facile, ma so anche che domattina la sveglia non suonerà prima delle 10 e quindi so di poterla, per una volta, fare facile.
Scrivere intanto è riuscito dove Vespa ha miseramente fallito.
Ho di nuovo sonno.
Prima di andare a dormire, magari ascoltandomi “The Opposite of December” per darmi un tono meno MTV-Like visto quanto detto in precedenza, resta da trovare un titolo a questo post.
Trovato.