Massimo Coppola che si incazza
L’altro giorno sono incappato in questo video qui sotto.
Premessa: non conosco il podcast, non conosco chi lo conduce. Ci sono arrivato perchè YT mi ha profilato, giustamente, come uno a cui piacciono le polemiche, ma poi me lo sono guardato davvero perchè l’intervistato, Massimo Coppola, è un personaggio di cui mi interessa conoscere le opinioni.
Lo riporto qui sotto, dura un’oretta, poi sotto scrivo qualche riflessione.
Guardandosi tutto il contenuto ci sono ovviamente delle problematiche grosse, che vanno ampiamente oltre il “conflitto” finale a cui si arriva in maniera se vogliamo anche inaspettata.
Il primo problema è il conduttore, in generale, ma soprattutto in relazione ad un ospite come Coppola. Il tipo rappresenta, a mio avviso, un po’ il tipico podcaster attuale, che definiremo “alla Gazzoli”: uno con niente da dire o comunque a cui non interessi dire nulla mentre fa un podcast, che si limita a imbeccare l’ospite con domandine superflue e un po’ del cazzo sperando che sia poi l’altr*, eventualmente, a rendere il contenuto interessante facendo, se e quando vuole, un passo in più. E’ un modo di condurre le interviste di cui comprendo il razionale e che può anche funzionare, pur trovandolo io, personalmente, detestabile. Solo che dall’altra parte ci deve essere un*ospite che accetti la cosa, per qualche ragione che può andare dall’etica, al rispetto per l’impegno preso fino alla necessità di non ostacolare la promozione per cui si trova nella stanza. Se l’intervistat* accetta può scegliere di stare al livello proposto e regalare a chi guarda un’ora di vuoto pneumatico, oppure alzare l’asticella portando la conversazione su un altro piano. Se, ripetiamolo, accetta l’assunto.
Nel caso specifico, Massimo Coppola non lo accetta manco un po’ e, fin dal principio, appare intenzionato a farlo notare. Verrebbe da chiedersi perchè abbia deciso di andarci, che aspettative avesse, ma non ha molto senso da parte mia stare a fare dietrologia, restiamo su quel che si vede. L’evidente rifiuto, legittimo, di Coppola a prestarsi ad una chiacchierata sterile e superflua si traduce però in un atteggiamento di maleducazione rara che, fin dalle prime battute, avrebbe messo a dura prova i nervi di qualsiasi persona. Il tipo però, gli va riconosciuto, invece di mandarlo a fare in culo come avrebbe diritto di fare, trovandosi in casa propria, cerca di abbozzare e prova a mantenere il dialogo aperto. Da questo lavoro pazzesco esce un’oretta scarsa di contenuto a mio avviso valido, in cui anche Massimo Coppola di tanto in tanto dimentica di volersi mettere di traverso e contribuisce dicendo cose interessanti. E’ uno strazio da seguire, per via dell’atteggiamento di cui sopra, ma almeno ci sono dei concetti.
In questo clima, si arriva alla situazione finale non con un climax di tensione crescente che sarebbe stato anche ipotizzabile visti gli inizi, ma proprio al contrario. Lo scontro nasce nel momento in cui sembravano poter arrivare in fondo. Volendo entrare nel merito, senza spoiler: la domanda incriminata era quantomeno mal posta se non completamente idiota nella logica fondante? Sì. C’erano gli estremi per alzarsi ed andarsene? Per me no, per Coppola sì e quindi ha fatto bene a farlo. Il modo in cui se n’è andato è criticabile? Boh, sembra l’atteggiamento di uno schizofrenico: si alza, saluta con rispetto spiegando di non poter andare avanti, porge addirittura la mano e poi uscendo urla minacce risibili e del tutto antitetiche con la posizione di uno che “non tollera i fascismi”. Onestamente però anche di quello mi interessa relativamente.
La roba su cui volevo ragionare con questo post è un’altra. Coppola non è un politico, non gli è richiesto di usare una strategia comunicativa utile al messaggio in cui crede. Non è il suo ruolo rappresentare la sinistra e può fare quello che vuole, rispondendone come individuo. Però non è neanche idiota, credo, certamente non al punto da ignorare che il suo atteggiamento di chiusura e di arroganza (reale o ostentata che sia) possa avere una conseguenza che va oltre il farsi un’opinione di Massimo Coppola. Specie in un contesto sociale in cui sembra evidente la sinistra, come macro categoria intellettuale, abbia come primo problema l’incapacità di parlare con le persone. E quindi boh, forse uno sforzo in più anche persone come Massimo Coppola, a cui non è richiesto un cazzo, dovrebbero provare a farlo.
Nulla più di questo, in realtà.
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