Un brasato SBAGLIATO
Qualche tempo fa qualcuno mi diceva che è troppo tempo che non metto una ricetta sul blog. È vero.
In questi ultimi anni ci sono un paio di preparazioni che sono riuscito ad affinare fino al livello di GIUSTEZZA e che potrei quindi scrivere qui sopra, ma preferisco per una volta mettere una ricetta SBAGLIATA, perché l’ho testata ieri sera e me ne sono innamorato.
“Ma se è sbagliata, come può essere che…”
Calma, mi sa che serve un ripasso della terminologia.
– Ricetta GIUSTA: protocollo ultimo e inderogabile per ottenere il piatto perfetto. Non è condizione necessaria a portare a casa il risultato, ma è condizione sufficiente.
– Ricetta SBAGLIATA: protocollo diverso dalla ricetta GIUSTA.
Io non ho ancora trovato la ricetta GIUSTA per fare il brasato. Pur essendo un piatto che mi viene abbastanza bene, trovo i miei risultati sempre perfettibili e quindi, ogni volta, tento qualcosa di diverso. Da tempo però ho definito la ricetta GIUSTA per il risotto con gli ossibuchi* e così mi sono detto: se facessi il risotto con il brasato?
Eccoci qui.
LE BASI:
Può sembrare una preparazione complicata perchè fatta di tanti elementi, ma è in realtà piuttosto facile e le varie componenti possono essere preparate in tempi diversi, senza sovrapposizioni che possano incasinare la vita e mettere a rischio il risultato. Ci sono delle cose che ho fatto che possono essere ulteriormente semplificate, trattandosi di una ricetta di base SBAGLIATA non posso stare qui a dirvi di non inserire varianti, ma non vorrei neanche sentirmi dire: “ho provato ed è venuta una merda” da persone che hanno fatto diversamente.
INGREDIENTI:
Per il brodo:
– Cipolla bionda
– Carota
– Costa di sedano
– Pomodoro ramato
– Patata
– Spicchio d’aglio
– Foglie di alloro
– Chiodi di garofano
– Qualche grano di pepe nero
– Osso di manzo
– Ali di pollo
Per il brasato:
– Guancia di manzo o cappello del prete
– Carote
– Costa di sedano
– Cipolla bionda
– Spicchi d’aglio
– Vino rosso
– Brodo
– Spezie (pepe nero, bacche di ginepro, timo, rosmarino, maggiorana)
– Sale, olio evo e burro
Per il risotto:
– Burro
– Parmigiano grattugiato
– Riso carnaroli
– Vino rosso (lo stesso del brasato)
– Brodo (lo stesso del brasato)
Per la salsa:
– Sugo di cottura del brasato
– Farina
– Burro
PROCEDIMENTO:
Per prima cosa, tocca fare il brodo. La menata di fare un buon brodo di carne è che poi ti rimane sul groppone un sacco di carne bollita, quindi io ho trovato questa variante di cui sono soddisfatto e che mi abbatte gli sprechi: uso ossa di manzo e alette di pollo. Il macellaio me le tira dietro, danno sapore al brodo e non lo ingrassano eccessivamente. Insieme ci metto le verdure: aglio, cipolla, carota e sedano sono la base, ma a me piace metterci anche un pomodoro e una patata. Un po’ di sale grosso, senza esagerare, e come spezie solo qualche grano di pepe nero, un paio di chiodi di garofano e due foglie di alloro. Tutto a freddo. A quel punto fiamma al minimo sul fornello più piccolo che avete e 2.5 ore di cottura dal momento in cui inizia a bollire. Finito. Non starò qui a dirvi di schiumarlo, filtrarlo e sgrassarlo perchè, secondo me, per questo tipo di brodo e per l’utilizzo che dobbiamo farci non è necessario, ma fate come preferite. Male non fa. Ah, come dicevo sopra, il brodo potete farvelo anche il giorno prima o il mattino per la sera e portarvi avanti.
“Posso usare il dado/brodo granulare/brodo pronto del supermercato?”
Fai come ti pare, ma il valore aggiunto del brodo in quel che farai, soprattutto nel risotto, è significativo e siccome non ti ha detto il dottore di fare ‘sto piatto invece di ordinare una pizza al delivery, mettitici di impegno, dai.
Seconda preparazione da fare è il brasato. Per farlo, il mio taglio di carne preferito è la guancia di manzo che fino a qualche tempo fa non si inculava nessuno e costava niente. Oggi è diventato un taglio gourmet e quindi, se non la prenoto per tempo, il mio macellaio la vende ai ristoranti e non la tiene più in negozio. Quando succede, come ieri, ripiego sul cappello del prete. Per ottenere un brasato morbido e fondente, di quelli che gli influencer di questo cazzo tagliano col cucchiaio per fare gli splendidi su Instagram, la chiave è una cottura giusta, ma scegliere il pezzo di carne idoneo in partenza ha comunque il suo peso sul risultato finale. Col cappello del prete non si sbaglia.
Io il brasato lo faccio nello slowcooker perchè ce l’ho e mi ci trovo da dio, ma non è necessario. Cuocerlo in maniera tradizionale funziona bene tanto quanto, anche se richiede maggiore attenzione, e penso addirittura che si possa fare in pentola a pressione. In tutti i casi, la via per il successo passa dal separare le cotture e rosolare bene. Questo è il motivo per cui io, quando faccio il brasato, non metto MAI a marinare la carne nel vino rosso. Si può fare eh, ma poi la carne va asciugata benissimo se no non rosola e io non ci ho mai trovato nessun valore aggiunto in termini di sapore finale. Quindi non lo faccio e fine.
La preparazione del brasato è abbastanza semplice.
La prima cosa da fare, come dicevo, è rosolare benissimo la carne su tutti i lati usando una pentola di ferro/alluminio/rame non antiaderente e del burro. Molto burro, che tanto una volta rosolata la carne, tutto il grasso che resta sul fondo si può tranquillamente buttare. Quando si rosola qualcosa, infatti, è importante si formi una crosticina marroncina (non nera, occhio) sul fondo della padella, è quello che darà sapore al tutto. Il grasso lo si può buttare senza remore, in modo da mantenere tutto più digeribile.
Rosolata la carne e buttato il grasso, nella stessa pentola si possono rosolare le verdure tagliate grossolanamente. Io non do le dosi perchè dipende da quanto ne volete fare, ma la regola aurea per il brasato è che le carote siano, in peso, il doppio del sedano e della cipolla. Es: 100g di sedano, 100g di cipolla, 200g di carote. Se per rosolare la carne uso il burro, per le verdure preferisco usare l’olio, ma il procedimento è il medesimo: olio nella padella, fuoco medio, dentro le verdure e le lascio colorire senza che brucino, ma facendo loro formare altra crosticina marroncina sul fondo. Una volta rosolate, le tolgo dalla pentola come ho fatto con la carne, rimuovo eventuale grasso in eccesso, e poi deglasso il fondo (aka raccolgo la crosticina marroncina) con il vino rosso, facendo evaporare l’alcol. Sul vino ci sono due annotazione da fare:
1) è vero che un vino buono rende il piatto più buono, ma io fatico davvero tanto a tollerare chi usa 30 euro di Barolo per cucinare. Ci sono delle scale di grigio tra il vino in cartone e una bottiglia “importante”. Io di solito uso un merlot dignitosissimo che costa sui 5 euro a bottiglia.
2) quanto vino usare dipende dal volume di liquido che ti serve per la cottura. Con lo slowcooker ne serve meno che con una pentola tradizionale, in cui avere una buona quantità di liquido diventa necessario anche per non far bruciare/attaccare il fondo con l’andare della cottura. L’importante è non cuocere solo nel vino, ma fare una proporzione di 1:1 con il brodo sul volume finale.
A questo punto quindi abbiamo: la carne rosolata, le verdure rosolate, il fondo deglassato col vino e il brodo. Mettiamo tutto in pentola insieme alle spezie e via di lunga cottura. Col metodo tradizionale direi che ci vogliono sulle tre orette di fuoco al minimo, con lo slowcoocker ce ne metto cinque, ma va praticamente da solo e senza fiamme in giro, quindi si può serenamente fare altro mentre cuoce. Anche fuori casa, volendo.
Quando la carne è cotta, possiamo tenerla in caldo e preparare la salsa. Qui è dove c’è la differenza più grande con quando faccio il brasato “tradizionale”. In quei casi io frullo le verdure con i liquidi di cottura e servo così, senza troppi sbattimenti. Per questo piatto invece volevo una cosa più fine e così ho filtrato con un colino i liquidi per separarli dalle verdure e li ho tirati a fuoco basso con una punta di farina e una noce di burro a lucidare. E’ uno sbattimento, ma viene una salsa clamorosa.
A questo punto, con brodo, brasato e salsa pronti e/o indipendenti dalle nostre amorevoli cure, possiamo aspettare l’ultimo momento per fare il riso e chiudere il piatto.
Il risotto per questo preciso piatto io l’ho fatto così. Ho tostato il riso con del burro, ma senza soffritto perchè tanto quella parte di gusto arriverà dalla carne e dalla salsa. Tostato il riso l’ho sfumato con un bel bicchiere del vino usato per cuocere il brasato. A mio avviso è importante sia lo stesso vino perchè ci deve essere continuità di sapore tra gli elementi, ma non dovrebbe essere un problema averne a disposizione perchè tra cottura della carne e del riso ho usato meno di una bottiglia di vino in totale. Sfumato l’alcol del vino, si abbassa la fiamma e si parte con la cottura vera e propria. Io in questo seguo i dettami appresi dal corso fatto al laboratorio Cingoli: si copre il riso a filo con il brodo e quando è assorbito si dà una mescolata, per poi ripetere l’operazione di nuovo. Se le proporzioni tra riso, dimensioni della pentola e volume di brodo aggiunto sono corrette, in quattro mandate il riso dovrebbe risultare cotto. Non è una legge divina però, l’importante è cuocerlo bene e arrivare alla fine con il riso non troppo asciutto e non troppo brodoso. Giocando con la potenza del fuoco ce la si gestisce abbastanza facilmente, ma ammetto serva un po’ di pratica.
Quando il risotto è pronto, si toglie dal fuoco e si manteca con una dose abbondante di parmigiano grattugiato e burro ghiacciato. Fine, c’è solo da assemblare il piatto.
Io non sono un fan degli impiattamenti, quindi vado via piuttosto spiccio: risotto su un piatto piano, fettina di brasato tagliata a coltello sopra il riso e cucchiaio di salsa sulla carne. That’s it.
Ve lo dico, vale tutto il lavoro.
* se interessa a qualcuno, basta chiedere.
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